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SUL TERMINE 'CULTURA' - La riflessione di Kroeber

  • Davide Fassola
  • 13 dic 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Kroebler, uno dei più importanti antropologi americani di ogni tempo, qui si interroga non solo sul significato del termine 'cultura', ma anche sulla sua origine. Il testo è compreso in 'Il concetto di cultura', la cui edizione italiana è stata curata da P. Rossi. Nel testo sono presenti riferimenti a Klemm, ovvero Gustav Klemm, che tu un antropologo proveniente dalla Germania, vissuto tra il 1802 e il 1867; al testo di Immanuel Kant, filosofo di lingua tedesca vissuto tra il 1724 e il 1804, 'Antropologia pragmatica', nel testo 'Anthropologie', datato 1798; infine il rimando a Auguste Compte, padre della sociologia scientifica e filosofo francese, nato nel 1798 e morto nel 1857. <<Mi propongo di discutere il concetto di cultura – la sua origine e la sua validità, il suo uso e i suoi limiti. Come ogni concetto, anche questo è uno strumento; e come strumento, il concetto di cultura è a doppio taglio. Esso collega certi fenomeni e certe interpretazioni, ne differenzia e ne distingue altri: ma di ciò diremo più avanti. Come tutte le idee importanti, l'idea di cultura è il frutto dell'elaborazione di molti, e si è sviluppata gradatamente. VI SONO ANCORA GRANDI NAZIONI CIVILI, PER ESEMPIO LA fRANCIA, CHE RIFIUTANO DI ACCOGLIERE LA PAROLA 'CULTURA' nel proprio vocabolario intellettuale. D'altra parte, gli antichi conoscevano (e i primitivi in epoca moderna ne sono consapevoli) alcuni fenomeni della cultura – per esempio, i costumi distintivi. <<Noi non facciamo così, facciamo in quest'altro modo>>: quest'affermazione, che probabilmente ogni essere umano prima o poi fa, rappresenta il riconoscimento di un fenomeno culturale. I fenomeni hanno un modo di presentarsi composto intricato. Le loro qualità, e più ancora i loro aspetti generali concettualizzati, possono essere districati soltanto gradualmente dal guscio delle apparenze. Fino al secolo XIX inoltrato, e in certe situazioni e in certi contesti fino ad oggi, il concetto di cultura è rimasto confuso con quello di società. Quando Comte fondò la sociologia e ne coniò il nome più di un secolo fa, impresse su di essa il marchio del sociale. Ma i suoi ben noti tre stadi della mitologia, della metafisica e del positivismo sono stadi in primo luogo di ideologia, e quindi stadi di cultura. Soltanto incidentalmente essi sono stadi di relazioni specificamente sociali o inter-personali. Questo riferimento essenziale alla cultura piuttosto che alla società vale ancor più per le caratterizzazioni delle differenze tra cattolicesimo e protestantesimo e per centinaia di altre considerazioni specifiche di Comte. Quando uno studioso originale e penetrante come Durkheim ipostatizza la società come ciò da cui furono impressionati i primi gruppi e che essi adorarono, dando così origine alla religione, egli enuncia una concezione che è sembrata a giudizio di tutti stiracchiata, e a molti mistica. Ma non appena sostituiamo all'entità indifferenziata della società i costumi e le credenze che tengono unite le società primitive e sembrano aiutarle a sopravvivere – in altri termini la loro cultura – l'interpretazione di Durkheim comincia allora ad apparire ragionevole. Sembra corretto supporre che è questo che Durkheim voleva dire, quello che direbbe oggi. E' prevedibile che, entro un certo limite, la mancata differenziazione dei due aspetti sia destinata a continuare, dato che per definizione la cultura include, o quanto meno presuppone, la società. In quanto essa è qualcosa di condiviso e di sovraindividuale, la cultura può esistere solamente quando esiste una società; e inversamente ogni società umana è accompagnata da una cultura. Questo reciproco non ha certamente un valore assoluto: esso si applica soltanto alle società umane. In linea di principio, la limitazione è però estremamente importante. L'esistenza di società subumane prive di cultura o praticamente prive di cultura, in particolare di quellee altamente elaborate degli insetti sociali, serve da pietra di paragone inoppugnabile per discriminare in modo significativo il concetto di sociale e quello di culturale: essi possono esistere indipendentemeente. In ogni caso, uno si essi esiste indipendentemente.>>


 
 
 

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