LA CULTURA NELL'EDUCAZIONE - Ovvero 'nuovi orizzonti per la scuola' PARTE II
- Davide Fassola
- 18 giu 2018
- Tempo di lettura: 2 min
La parte di testo che vi proponiamo oggi è tratta, come la precedente, dall'opera di Bruner risalente al 1996,: 'La cultura dell'educazione. Nuovi orizzonti per la scuola?: qui Bruner affronta alcune domande fondamentali dell'educazione scolastica: quali sono gli obiettivi dell'educazione? Che cosa significa educare? Il fine del processo educativo scolastico, secondo l'autore, non è la socializzazione ma la formazione intellettuale e scientifica dell'allievo. << Pur essendo lontano dal computazionismo e dalle sue restrizioni, il culturalismo non ha difficoltà a farne proprie le acquisizioni. Con una sola eccezione: naturalmente non può escludere i processi legati al fare significato, anche se non soddisfano i test di compatibilità- Come corollario, non puà escludere e non esclude la soggettività e il suo ruolo nella cultura, anzi: come vedremo, è molto interessato all'intersoggettività, cioè a capire come gli esseri umani giungono a conoscere la mente degli altri. In questi due sensi il culturalismo deve essere spesso approccio 'psicologico culturale', o più semplicemente 'psicologia culturale'. Pur comprendendo nella sua sfera d'azione il soggettivo e pur facendo spesso riferimento all''interpretazione della realtà', la psicologia culturale non esclude certamente la 'realtà' in nessun senso ontologico. Sostiene (su basi epistemologiche) che la realtà 'esterna' o 'oggettiva' può essere conosciuta solo attraverso le proprietà della mente e attraverso i sistemi simbolici su cui la mente fa affidamento. Un ultimo punto riguarda il postoriservato all'emozione e al sentimento. SPESSO SI DICE CHE LA 'PSICOLOGIA COGNITIVA', ANCHE NELLA SUA VERSIONE CULTURALE, TRASCURA, SE ADDIRITTURA NON IGNORA, IL RUOLO CHE HANNO NELLA VITA DELLA MENTE. MA NON è NECESSARIO CHE SIA COSì, E A MIO AVVISO NON è COSì. PERCHé L'INTERESSE PER LA COGNIZIONE DOVREBBE PRECLUDERE UN INTERESSE PER I SENTIMENTI E PER LE EMOZIONI. E' INNEGABILE CHE LE EMOZIONI E I SENTIMENTI SONO PRESENTI NEI PROCESSI DEL FARE SIGNIFICATO E NELLE NOSTRE INTERPRETAZIONI DELLA REALTà. CHE SI ADOTTI LA TEORIA DI zAJONC, secondo cui l'emozione è una reazione diretta e non mediata del mondo, con successive conseguenze cognitive, o l'idea di Lazarus secondo cui l'emozione comporta una precedente inferenza cognitiva. Comunque c'è, e con essa bisogna fare i conti. E, come vedremo in particolare quando ci occuperemo del ruolo della scuola nella costruzione del sé, le emozioni costituiscono una parte integrante dell'educazione.>> L'autore qui fa riferimento al modello che equipara i processi cognitivi a programmi eseguibili attraverso apparecchiature di calcolo, ovvero il computazionismo. Viene anche citato R. Zajonc, uno psicologo sociale americano-polacco vissuto tra il 1923 e il 2008, e in seguito al quasi contemporaneo Richard Lazarus, nato nel 22 e morto nel 2002, che è stato un suo collega psicologo, americano.
Comments