STRANI COSTUMI - Le scelte culturali di un popolo spiegate da Clyde Kluckhohn
- Davide Fassola
- 13 nov 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Nel testo che vi proponiamo oggi l'antropologo americano C. Kluckhohn illustra con termini assai semplici e chiari come le scelte culturali di una determinata popolazione possano apparire non solo strane, ma anche incomprensibili per una persona che non appartiene a quella società. Il tutto per sottolineare l'importanza dell'approccio relativista nell'antropologia. << L'antropologia fornisce una base scientifica per trattare il cruciale dilemma del mondo attuale: come possono popoli di aspetto diverso, di lingue reciprocamente inintellegibili o di diversi sistemi di vita coesistere pacificamente? Perché il latte e i latticini non piacciono ai cinesi? Perché i giapponesi accettano volentieri di morire in una carica della morte che sembra senza senso agli americani? Perché alcuni popoli calcolano la discendenza attraverso il padre, altri attraverso la madre e altri ancora attraverso ambedue i genitori? Non perché popoli diversi abbiano istinti diversi, non perché fossero destinati da dio o dal fato a diverse consuetudini, non perché il clima sia diverso in Cina, in Giappone e negli Stati Uniti. Talvolta il perspicace senso comune ha una risposta che è vicina a quella dell'antropologo: perché sono stati allevati così. Per 'cultura' l'antropologia intende il complesso del modo di vivere di un popolo, il patrimonio sociale che l'individuo riceve dal suo gruppo. Oppure la cultura può essere considerata quella parte dell'ambiente che è creata dall'uomo. Questo termine tecnico ha un significato più ampio che non cultura in storia e in letteratura. Un umile recipiente da cucina è un prodotto culturale tanto quanto una sonata di Beethoven, Nel linguaggio corrente un uomo colto è quello che sa parlare lingue diverse dalla sua, che conosce la storia, la letteratura, la filosofia o le belle arti. In qualche cerchia la definizione è ancora più ristretta. La persona colta è quella che sa parlare di James Joyce, Scarlatti e Picasso. Per l'antropologo, tuttavia, cultura significa umanità. C'è la cultura in generale e poi ci sono le culture specifiche, come quella russa, americana, inglese, ottentotta, inca. Il concetto generale astratto serve a ricordare che non possiamo spiegare degli atti solamente in relazione alle caratteristiche biologiche del popolo in questione, alla loro esperienza individuale e alla situazione immediata, Sotto forma di cultura l'esperienza passata di altri uomini entra in quasi ogni avvenimento. Ciascuna cultura specifica costituisce una specie di marchio di fabbrica per tutte le attività della vita. Anche quelli di noi che più si vantano del preoprio individualismo, seguono per la maggior parte del tempo un modello che non è di loro fabbricazione. Ci laviamo i denti quando ci alziamo. Mettiamo le mutande e non un perizoma di pelle o una gonna d'erba. Consumiamo tre pasti al giorno, non quattro o cinque o due. Dormiamo in un letto, non in un'amaca o in una pelle di pecora. La donna occidentale aborrisce istintivamente un sistema di vita poligamico. Non può capire come vi siano donne che possano non essere gelose e inquiete se devono dividere il marito con altre donne. Trova che è contro natura accettare una situazione del genere. D'altra parte una donna koryac della Siberia, per esempio, troverebbe difficile comprendere come si possa essere così egoiste e così poso desiderose di compagnia femminile in casa da voler costringere il marito ad avere una sola compagna. Alcuni anni or sono incontrai a New York un giovane che non sapeva una parola di inglese ed era evidentemente sconcertato dalle usanze americane. Di sangue era americano, peché i suoi genitori si erano trasferiti dall'Indiana alla Cina. Rimasto orfano da bambino, era stato allevato da una famiglia cinese in un villaggio sperduto. Tutti quelli che lo incontrarono lo trovarono più cinese che americano. Gli occhi azzurri e i capelli biondi non contavano molto di fronte al suo modo cinese di camminare, ai movimenti cinesi del viso, al modo cinese di pensare. L'eredità biologica era americana, ma l'educazione culturale era cinese. Ritornò in Cina>> Il brano è tratto da 'Lo specchio dell'uomo'. L'autore, parlando dei giapponesi e la loro predisposizione al sacrificio della vita si riferisce al fenomeno dei kamikaze, piloti che si lanciavano suicidi sulle navi americane con lo scopo di perseguire delle stragi. Per Scarlatti s'intende Domenico Scarlatti, che fu musicista italiano barocco. Gli ottentotti, da cui il termine nel testo 'ottentotta' sono una popolazione indigena dell'Africa Meridionale. I koryac, infine, sono una popolazione russa della penisola di Kamchatka, e vivono di allevamento.
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