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Freud e la psicopedagogia - Si devono spiegare ai bambini i fatti della vita sessuale?

  • Davide Fassola
  • 19 ott 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

ggi vi proponiamo un testo di Sigmund Freud, celeberrimo nome per sempre legato alla psicanalisi, teoria 'causale' delle motivazioni riposte dell'accadere psichico.

Freud qui elabora un testo fondamentale per la teoria della psicopedagogia del '900: è un costrutto teorico in cui rientrano logicamente sessualità e libido per arrivare all'inconscio, lo stato pre-verbale della psiche del quale l'Io rappresenta la sua parte organizzata.

Qual è il ruolo dell'educazione in tutto ciò? Ricomporre il conflitto tra Eros (pulsioni di Vita e/o di Amore) e Thanatos (pulsioni di morte) apparentemente insanabile in un equilibrio che risulti accettabile alla società.

“Debbo dunque rispondere circa questi quesiti: se in genere si debbano dare ai bambini spiegazioni sui fatti della vita sessuale, in quale età ciò debba esser fatto, e in quale forma. Voglio confessarle subito che, mentre trovo del tutto ragionevole una discussione sul secondo e sul terzo punto, è secondo me assolutamente inconcepibile che il primo di questi quesiti possa dar luogo a disparità di opinioni.

Che cosa ci si può proporre di ottenere rifiutando ai bambini – o diciamo ai ragazzi – tali spiegazioni sulla vita sessuale dell'uomo? Si teme forse di risvegliare precocemente il loro interesse per queste cose, prima che si risvegli in loro spontaneamente? O si spera occultando le cose di poter trattenere la pulsione sessuale fino a che possa imboccare le sole strade che le sono aperte dall'ordinamento sociale borghese? Si pensa che i bambini non manifesterebbero alcun interesse o alcuna intelligenza per i fatti e gli enigmi della vita sessuale, se la loro attenzione non vi fosse richiamata da un intervento altrui? Si ritiene possibile che quelle cognizioni, che si rifiutano loro, non vengano loro fornite per altre vie? O si ha davvero e seriamente il proposito di ottenere che essi più tardi considerino basso ed esecrabile tutto ciò che ha a che fare con il sesso, da cui genitori ed educatori li hanno voluti tener lontani il più a lungo possibile?

Veramente non so a quale di queste intenzioni io debba attribuire il comportamento effettivamente seguito nell'occultare ai bambini la sessualità; so soltanto che esse sono tutte ugualmente assurde e che mi riesce difficile confutarle seriamente una a una.

Ricordo tuttavia di aver trovato nelle lettere familiari di un grande pensatore e filantropo, Multatuli*, alcune righe le quali possono ben bastare come risposta: <<In generale, a mio modo di vedere, certe cose si circondano troppo di mistero. E' giusto mantenere pura la fantasia del bambino ma questa purezza non si conserva con l'ignoranza. Credo piuttosto che nascondendo i fatti si fa maggiormente sospettare la verità a maschi e femmine. La curiosità ci fa indagare su cose che se ci fossero state comunicate schettamente avrebbero suscitato poco o punto il nostro interesse. Capirei se almeno questa ignoranza potesse essere garantita, ma ciò è impossibile: il bambino viene a contatto con altri bambini, e ha l'occasione di avere fra le mani libri che lo portano a meditare, proprio il fare misterioso con cui i genitori trattano argomenti che lui già conosce acuisce il desiderio di saperne di più>>.

Non so come si potrebbe dire meglio, ma qualche cosa di può forse aggiungere. Certo sono l'ormai abituale pruderie e la propria cattiva coscienza nelle cose della sessualità a determinare negli adulti il loro ' fare misterioso' di fronte ai bambini; ma agisce forse anche un po' di ignoranza teorica, e questa può esser ridotta con una iscruzione degli adulti. Si pensa infatti che ai bambini manchi la pulsione sessuale, e che questa si instauri in essi soltanto durante la pubertà con lo sviluppo degli organi sessuali. Si tratta però di un grossolano errore, gravido di conseguenze sia teoriche che pratiche; è tanto facile correggerlo mediante l'osservazione, che è veramente straordinario come possa persistere. In realtà il neonato reca la sessualità con sé venendo al mondo; determinate sensazioni sessuali lo accompagnano durante l'epoca dell'allattamento e le varie fasi dell'infanzia, e solo una piccolissima minoranza di bambini si sottrae prima della pubertà ad attività e a impressioni sessuali”.

Il brano sopra riportato, dello psicanalista, è tratto da ' Sull'istruzione sessuale dei bambini', di cui è possibile trovare una traduzione italiana ad opera di Panaitescu, sotto il titolo 'Opere, edite a Torino da Boringhieri, nel 1972, nel volume quinto.

Mulatatuli, che Freud cita nel testo, è uno pseudonimo utilizzato dallo scrittore olandese Eduard Douwes Dekker, vissuto tra il 1820 e il 1887.

Freud ritiene che sia sbagliato rifiutare informazioni riguardo alla vita sessuali ai bambini perché l'interesse di questi ultimi per il sesso è naturale e se l'educatore rende l'argomento un tabù, si provoca in realtà la ricerca di informazioni da parte del bambino da altre fonti.


 
 
 

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